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Insight di investimento alternativi da dati alternativi.

Cosa sono gli alternative data

Gli Alternative Data sono dati non tradizionali, veramente “big” e spesso non strutturati che provengono dagli ambienti digitali come social, blog, forum, piattaforme di e-commerce, mappe, …
Raccogliere, selezionare, interpretare e pesare i Dati Alternativi richiede un approccio algoritmico all’informazione digitale (ad esempio i testi devono essere convertiti in numeri) e di conseguenza competenze specifiche, professionalità uniche e tecnologie di AI d’avanguardia.

A cosa servono gli alternative data

Gli Alternative Data generano segnali che possono essere utilizzati per prendere decisioni di investimento, in affiancamento ai dati tradizionali (bilanci, trimestrali, prezzi e volumi di Borsa). La possibilità di combinare tramite intelligenza artificiale molteplici dati da fonti diverse e inserirli in un’applicazione coesiva, fa sì che le decisioni più importanti di investimento o di azione/reazione in relazione ad un asset finanziario possano essere prese con certezze più solide, creando in questo modo un vantaggio competitivo dato da informazioni sempre aggiornate ed esclusive e dalla possibilità di prevedere potenziali rischi strategici.

Usando Alternative Data in abbinamento con dati tradizionali (valori di Borsa, bilanci, …), è possibile fare anche Stock Selection, identificare cioè le aziende e i titoli più rilevanti in nuovi settori o in trend emergenti oppure opportunità e rischi relativi a buone o cattive notizie.

Più del 90% dei dati prodotti nel mondo sono stati creati negli ultimi due anni,
di questi solo lo 0,5% è stato oggetto di qualche forma di analisi.

I segnali forti e i segnali deboli degli alternative data

Attraverso gli Alternative Data si possono monitorare non solo i segnali con già forte impatto finanziario (i cosiddetti “main signal”), ma con un approccio bottom up anche quelli nascenti (“emerging o weak signal”) che, se opportunamente analizzati e pesati, forniscono preziosi insight su fenomeni ancora non evidenti, ma con i presupposti di diventarlo, a livello di mercato finanziario. Questi segnali sono nascosti dalla presenza di dati che hanno maggiore visibilità e risultano perciò difficili da cogliere senza l’ausilio di un software appositamente costruito e dimensionato, in grado anche di eliminare l’inevitabile rumore di fondo (e le fake news).

I numeri degli alternative data

Percentuale di fondi che utilizzano o prevedono di utilizzare dati alternativi: 78% (fonte: 2017 EY Global HF e Investor Survey (dal 52% nel 2016).

Secondo Alternativedata.org la spesa nel 2019 per acquisto di Alternative Data è stata di 1,1 miliardi di Dollari (dai 232 milioni nel 2016, 400 milioni nel 2017); nel 2020 si prevedono 1 miliardo e 700 milioni di Dollari.

Solo negli Stati Uniti la ricerca di Tabb Group ha stimato 800 milioni nel 2019.

Un sondaggio sull’intelligenza artificiale nei servizi finanziari, pubblicato a febbraio 2020 dalla Judge Business School e dal World Economic Forum dell’Università di Cambridge, ha rivelato che la maggior parte delle aziende fintech usano “l’AI per generare nuove intuizioni da set di dati non tradizionali”. La fonte più utilizzata: i social media.

Secondo i risultati di un’indagine globale sul settore degli hedge fund, presentata il 4 maggio 2020 dalla Alternative Investment Management Association e da SS&C Technologies, il 53% utilizza dati alternativi e il 25% di questi è da considerarsi “leader di mercato”, facendo uso di questo tipo di dati da più di cinque anni.

Numero di data provider: 409 (fonte: alternativedata.org).

Il personale nei fondi dedicato ai dati alternativi è cresciuto del 450% negli ultimi 5 anni (fonte: Morgan Stanley e Oliver Wyman).

Fonte: AlternativeData.org

Tipologie di dati utilizzati