L’acronimo ESG, che sta per “Environment”, “Social” e “Government”, descrive un’ampia gamma di dati e informazioni che gli investitori possono prendere in considerazione sulle società.
L’importanza dei dati ESG è in continua crescita: 50 anni fa circa l’85% del valore aziendale era basato su beni tangibili come edifici, macchinari e merce in magazzino. Oggi, è il contrario: circa l’85% del valore di un’azienda deriva da beni immateriali come la proprietà intellettuale e la reputazione.
Ecco perché, per le prospettive aziendali, sono diventati importanti parametri come il trattamento riservato ai dipendenti o l’attuazione di politiche volte a salvaguardare e proteggere il clima. Gli esperti in ESG considerano questi fattori come dei “fondamentali in piena crescita”, poiché sono cruciali per valutare correttamente un’azienda anziché concentrarsi esclusivamente sulle sue prestazioni finanziarie.
Per quanto invece riguarda il “come viene valutato”, la risposta è complicata. Non esiste uno standard ESG valido a livello mondiale. Tradizionalmente, i dati ESG provengono da data provider che raccolgono informazioni e in alcuni casi le pongono in evidenza. Pertanto, potrebbero elencare i totali delle emissioni di carbonio dell’azienda, l’equilibrio di genere e altri dati quantitativi e quindi attribuire all’azienda un punteggio.
Ma ci sono diversi problemi con un modello simile:
- Innanzitutto, manca una standardizzazione che permetta di confrontare imparzialmente le aziende.
- Le aziende sono incentivate a porre in risalto ciò che migliora la propria immagine, anche nascondendo o semplicemente non mostrando la realtà effettiva.
- I dati sono riportati trimestralmente o annualmente e vengono perciò rapidamente superati.
I data provider più importanti
A causa della pressione esercitata dai risparmiatori, ai gestori di fondi è richiesto di impegnarsi attivamente nella attuazione di investimenti che rispettino l’ESG; per tale motivo, essi si affidano sempre più a data provider e fornitori di report specifici per la misurazione e la valutazione delle prestazioni ESG delle aziende nel proprio portafoglio.
Tuttavia, gli attuali indici ESG e i sistemi di rating presentano limitazioni con riferimento al momento dell’emissione e alla qualità delle informazioni su cui sono costruiti. I report ESG si basano principalmente su CSR e report di sostenibilità, report annuali, database governativi, questionari specifici per l’industria indirizzati a società e altre fonti pubbliche. Con poche eccezioni, i rapporti e dati sono aggiornati ogni anno.

La natura volontaria delle narrative aziendali su cui sono per lo più redatte queste relazioni rende i dati al loro interno non pienamente affidabili, soprattutto per quanto concerne i segnali oggettivi di rischi concernenti i target ESG.
Gli Alternative Data per il monitoraggio ESG
Anche la Commissione UE ha recentemente rilevato che “… i data provider hanno sviluppato dei benchmark ESG allo scopo di soddisfare gli obiettivi di sostenibilità, ma la mancanza di trasparenza riguardo alle loro metodologie ha influito sulla loro affidabilità. Sono necessari indici di sostenibilità più trasparenti e solidi per ridurre i rischi di “greenwashing”.
Per arginare questo fenomeno, le informazioni “autoctone” dovrebbero essere bilanciate con un insieme più ampio di dati, in particolare le informazioni in uscita che possono essere estratte mediante le tecnologie dei big data.
L’inclusione di set di Alternative Data offre agli investitori un’immagine più completa delle prestazioni ESG delle aziende. Inoltre, la maggior parte dei fornitori di dati ESG consente di monitorare le prestazioni ESG delle aziende solo una volta all’anno, mentre il monitoraggio dei big data consente un’analisi puntuale, dettagliata e continuamente aggiornata.

Con l’aumento della disponibilità di big data integrabili con le analisi fondamentali, l’ESG è emerso come un potente strumento per la generazione di alfa.
Viviamo in un’epoca di trasparenza senza precedenti: la tecnologia moderna ci consente di raccogliere e analizzare una grande quantità di dati, e le aziende che creano un proprio report sulla sostenibilità stanno diventando una regola piuttosto che un’eccezione.
Ora che disponiamo dei dati e della tecnologia, gli investimenti ESG sono operazioni finanziarie data-driven che permettono di investire in società gestite meglio. Le aziende con i migliori risultati sulla sostenibilità ambientale e le relazioni con i dipendenti hanno maggiori probabilità di avere prestazioni migliori a lungo termine rispetto a quelle con i risultati più deboli.
Siamo nell’era dei dati, quindi perché non utilizzarli a proprio vantaggio?