Il caso “Dieselgate” in relazione a Volkswagen si manifestò per la prima volta nel settembre 2015 quando, sia in USA sia in Europa, si diffuse la notizia che le autovetture Volkswagen non rispettavano i limiti sulle emissioni dei gas di scarico, contraddicendo quanto ufficialmente dichiarato dalla casa produttrice sulla base dei propri test in laboratorio.
Volkswagen dieselgate: gli strumenti dell’analisi
Ai tempi la piattaforma FinScience non era ancora ufficialmente sul mercato ma stava già realizzando le procedure di “data ingestion” grazie alle quali fu possibile intercettare molti Alternative Data afferenti nello specifico alla tematica in oggetto.
Al fine di strutturare le informazioni e la loro modalità di trasferimento, FinScience ha utilizzato un algoritmo che permette di misurare in modo quantitativo la diffusione di un qualsiasi contenuto pubblico sul web, definito Digital Popularity Value (DPV). Inoltre, un secondo algoritmo venne sviluppato internamente con l’idea di separare il DPV in due componenti principali e misurare per entrambi un indice di sentiment:
- DPV investor: componente del DPV calcolata considerando esclusivamente contenuti digitali afferenti all’ecosistema finanziario;
- DPV non investor (o “consumer”): componente residuale del DPV che ne rappresenta mediamente più del 90% in termini assoluti e che è composta da contenuti di tipo “generico” afferenti alle tematiche più disparate e non strettamente legate al mondo finanziario.
Cosa ha evidenziato l’analisi?
Il prezzo delle azioni Volkswagen subì in quel periodo un forte calo al momento della comunicazione ufficiale della notizia e continuò ad essere particolarmente debole nelle settimane successive. FinScience colse a questo punto l’occasione per analizzare un evento così disruptive da un punto di vista finanziario anche nella prospettiva dei dati alternativi digitali per verificare se le due componenti fossero effettivamente allineate.
I risultati dell’analisi furono sorprendenti:
- Negli Stati Uniti i contenuti condivisi in rete seguivano il medesimo sentiment dei mercati finanziari, confermando sostanzialmente la negatività legata al tema Dieselgate abbinato a Volkswagen;
- In Europa invece ci si trovò di fronte ad una situazione più contrastata: il cluster investor condivideva contenuti a sentiment negativo, mentre il cluster non investor condivideva contenuti neutri, se non addirittura positivi!
A conferma di quanto scritto presentiamo alcuni tweet dell’epoca, dove si evidenziano a titolo di esempio le reazioni dei consumatori italiani (ma lo stesso fenomeno fu riscontrato nei dati alternativi di altri Paesi europei).
In questo caso l’analisi dei dati alternativi permise a FinScience di azzardare una ripresa del titolo Volkswagen nel medio-lungo periodo, ripresa che poi effettivamente avvenne.
Lo scandalo dei test sugli animali
Dopo quasi tre anni dall’evento, Volkswagen è ritornata al centro dell’attenzione su di un tema molto simile: tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 FinScience rileva nuovamente una forte variazione nel DPV del segnale “Dieselgate + Volkswagen” legato a test su degli animali (in particolare scimmie) al fine di verificare la nocività dei gas di scarico delle sue auto.
Grazie alla propria tecnologia, FinScience riesce questa volta ad anticipare pienamente la diffusione digitale della tematica e ad arricchire la propria analisi. Da questo screenshot è possibile notare la diffusione di tre segnali informativi digitali:
- Dieselgate
- Dieselgate + Volkswagen
- Volkswagen
Dal grafico sovrastante si può notare come nel corso dell’ultimo anno la tematica Dieselgate (area grigia) risulti sempre molto associata a Volkswagen (area blu). Tale associazione ha pesato in termini di DPV per più del 40% (su 10 contenuti a tema Dieselgate, Volkswagen era citata almeno in 4 di essi).
Se consideriamo gli ultimi 90 giorni (grafico sottostante), tale peso sale fino al 70%, arrivando negli ultimi 30 giorni a toccare soglia 75% (su 10 contenuti a tema Dieselgate, Volkswagen è citata in più di 7 tra questi). Nei panni di un investor relations manager o di un media manager il tema sarebbe certamente oggetto di interesse per un possibile approfondimento.
Anche in questo caso il trend delle notizie, come avvenuto 3 anni prima, anticipa quello finanziario. Infatti il DPV dell’entità Volkswagen subisce verso fine gennaio 2018 un aumento significativo, sia nella componente investor che non investor. Ed il fatto che se ne parli in chiave investor è sintomo di una reazione del mercato nel breve periodo.
Tale reazione si riscontra effettivamente nell’andamento finanziario del prezzo di Volkswagen, il quale risente fortemente di questo ritorno del tema Dieselgate, al punto che il titolo crolla fino a perdere quasi il 20% tra fine gennaio ed inizio febbraio 2018.
Cosa si può dedurre?
È bene prestare attenzione: le analisi sugli Alternative Data vanno sempre a corredo di analisi fondamentali quantitative puntuali, che devono continuare ad essere la base valutativa di ogni operazione sui mercati finanziari.
Ad oggi Volkswagen risulta essere un’azienda con fondamentali in salute che, come tutte le imprese, può risentire di cambiamenti significativi di sentiment o di reputazione, ma che sembra continuare ad essere ancora ben posizionata nella mente dei consumatori (soprattutto sui suoi mercati principali), che mette in campo le corrette mosse reattive e che quindi vede puntualmente verificarsi un rialzo dei prezzi dopo ogni ribasso.
Con strumenti come FinScience sarebbe possibile per Volkswagen gestire in maniera più efficiente tale processo reattivo, trasformandolo in alcuni casi in un processo proattivo, in corrispondenza dell’individuazione dei primi segnali deboli di possibile crisi di immagine, attenzionando per il breve periodo le arene conversazionali di tipo investor e per il medio-lungo periodo tutte le altre.